"Questa non è musica, è rumore!" Proviamo ad ascoltare insieme...

Ti piace questa canzone? O non ti piace? Solitamente in poco tempo riusciamo a dare una risposta, "si bella!" oppure, "no per niente", oppure "non mi fa impazzire però si ascolta". Oppure potrebbe succedere che non la sopportiamo e dopo una serie di ascolti involontari o somministrazioni forzate non possiamo più farne a meno e diventa uno dei nostri brani preferiti. Come mai? Cosa è successo? Prendiamo una canzone totalmente nuova per noi, primo ascolto. Che effetto ci fa? Quali collegamenti risveglia nel nostro cervello? Se la canzone assomiglia, ricorda o rientra in un genere conosciuto, che magari negli anni abbiamo approfondito, è più facile che ci piaccia, perché l'orecchio la riconosce come famigliare, come normale, come conosciuto e quindi confortevole.
Prendiamo ora ad esempio una persona che normalmente ascolta pop, rock commerciale, senza approfondire, che affida la scelta dei suoi ascolti alle classiche trasmissioni della radio con un range musicale composto da canzoni orecchiabili, immediate che abbiano un impatto positivo sull'apprezzamento dell'ascoltatore. Se a questa persona improvvisamente mettiamo nelle cuffie una traccia di un genere completamente diverso, estremo, magari considerato opposto a questo, rimarrà, passatemi il termine, inorridito. "Questa non è musica, è rumore" affermerà; un po' quello che gli avranno detto i suoi genitori da adolescente, e che i suoi nonni avranno detto ai suoi genitori quando a loro volta erano adolescenti. E come dargli torto? Il suo orecchio ha per forza di cose un rifiuto. Facciamo ora un passo indietro. Rumore? Qual è la differenza tra musica e rumore? Prendiamo in prestito un passaggio da Il Libro del Jazz di Berendt e Huesmann.

In sostanza, è considerabile musica qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa che assuma una certa musicalità per il nostro orecchio, ma per arrivare a questo, l'orecchio deve riconoscere come famigliare quello che sente. Per arrivare appunto a questa familiarità, bisogna prendere confidenza un pochino alla volta, gradualmente, senza pregiudizi. Un po' come quando da piccolini mangiavamo solo la pasta della mamma perché era la più buona di tutte, o solo i tortellini della nonna perché nessuno li faceva come lei. Poi siamo cresciuti e abbiamo imparato ad amare la pasta di altre persone e a mangiare i tortellini al ristorante, scoprendo che ce ne sono tanti tipi diversi. Alcuni li apprezzeremo di più perché ovviamente c'è il gusto personale, altri meno, ma avremo allargato il nostro range, e potremo continuare la nostra esplorazione all'ampio mondo dei tortellini. L'orecchio fa uguale, si allena, cresce, si evolve si modifica, ed inizia ad apprezzare ed amare i suoni nuovi con il tempo e con l'esperienza. Poi entra sicuramente in gioco il gusto personale, legato ad altri fattori, e questo a sua volta si modifica con il tempo, ma è valutabile solo successivamente. Prendiamo un altro paragrafo del libro: 

In sostanza, i suoni con cui siamo cresciuti, la musica che ci ha accompagnato fin da bambini e poi da adolescenti e poi da adulti, sarà sempre quella comoda; perché non provare ad uscire dalla comfort zone ad abbandonarci a qualcosa di meno canonico? Va tutto a nostro beneficio, potremmo scoprire di amare generi che non pensavamo di poter apprezzare e provare emozioni dieci volte più forti di quelle che proviamo con ciò che ascoltiamo abitualmente. Oppure potremmo provare mille sfumature di sensazioni diverse, una per ogni canzone. O trovare un brano adatto ad ogni momento della nostra giornata, perfetto per sottolineare o amplificare un particolare stato d'animo che stiamo vivendo in quel momento. Per farlo è necessario spogliarsi di preconcetti come "musica vera" o "musica finta" o assolutismi come "la migliore band del mondo" o "il miglior musicista del pianeta terra" ed abbandonare anche la questione del "vero strumento" contro "musica prodotta da pc". C'è bisogno di lasciarsi andare e cercare di apprezzare la singolarità degli artisti, nelle loro sfumature, abbracciarli tutti e non eleggere un vincitore. Possiamo per esempio iniziare limitando i paragoni: dobbiamo per forza confrontare due piatti che amiamo? O possiamo mangiarne uno oggi e uno domani a seconda di cosa abbiamo più voglia? 
Questo è solo un incoraggiamento, è solo uno spunto di riflessione che voglio darvi per ogni qual volta sentite qualcosa di nuovo, che sia leggermente fuori dai vostri ascolti o che sia estremamente lontano. Fermatevi, ascoltate, non giudicate. La musica è arte, e proprio per questo la sua espressività può variare a 360°. Non ha la pretesa di essere amata, ma è libera espressione di una persona che vuole comunicare a chi ha orecchie per ascoltare e emozioni da condividere. Riporto ora un ultimo passaggio sempre dalla storia del Jazz, che ci ricorda come la nascita o gli esordi dei nuovi generi musicali sono sempre stati visti nella storia della musica come qualcosa di sbagliato, dissonante, disordinato e fastidioso. E perché no, poco colto, troppo immediato, privo di concetti importanti. Ciclicamente possiamo vedere che dopo questa negazione iniziale si possono aprire nuove ere musicali, forse perchè le orecchie si erano abituate?

Vi lascio a riflettere e ad ascoltare. E vi lancio una sfida, un piccolo esercizio. Aprite il link, guardate, ascoltate, e provate a capire se questa esperienza musicale non vi provoca le stesse sensazioni che sono descritte qui in foto. :) Buon lavoro! Video Young Signorino - Mh hA hA hA

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