La mia borsa nello sgabuzzino di Paul McCartney - Giorno 8

No. Non può essere già l'ultimo giorno. Deve esserci un errore. E invece si. Per fortuna oggi ho due bellissime cose da fare, che spero mi rimuovano questo velo (grosso) di tristezza che ho già addosso.  Sento un peso, nelle gambe, sule spalle, sulla testa, non riesco a carburare. Parto comunque a piedi verso la mia destinazione, come sempre Albert Dock. Ragazzo in avvicinamento a ore 12, "Scusa! Sai se c'è uno Starbucks qui da qualche parte?"mi chiede ovviamente in inglese, "vai avanti e poi gira a sinistra!", "E' lontano?", "No no, due minuti e ci sei!". Adesso posso tirarmela, sono stata presa per una britannica, mi sono mimetizzata come un camaleonte. Vedo già la ola in mio onore allo stadio di Anfield! Con fare molto british e gonfia di orgoglio come un tacchino (turkey) alle ore 10.30 raggiungo il punto di ritrovo e salgo sulla navetta da 10 posti. Radio: "LOVE LOVE ME DO! YOU KNOW I LOVE YOU! I'LL ALWAYS BE TRUE, SO PLEEEEEEEEEESE...LOVE ME DOOO". Posso cantarla a squarciagola? 20 Minuti di viaggio ed eccoci arrivati. Dove sono? 251, Menlove Avenue, Mendips la casa di infanzia di John Lennon. Questa casa è parte del patrimonio inglese, perciò si può entrare solo accompagnati da guide National Trust e non è permesso fare foto all'interno (cliccando su National Trust trovate il sito dove prenotare la vostra gita). 
Davanti casa di John Lennon
Ecco che la nostra guida ci viene a prendere e ci accompagna nel giro. Ho qualche difficoltà di traduzione ed interpretazione ma a grandi linee capisco. John non viveva con i genitori ma con gli zii, ma alla storia ed ai dettagli dedicherò un articolo a parte. Che dire, sono dentro casa sua, lui qui ci è cresciuto, ha iniziato a suonare e probabilmente ha toccato gli stessi muri che sto toccando io. E' magico! Il giardino dietro è grande e bellissimo, e la casa all'interno è stata arredata come avrebbe dovuto essere al tempo. Il posto più bello? La cameretta di John, piccola, intima, molto inglese.
Passa un'oretta tra racconti, aneddoti e libera esplorazione. Questo posto è incantevole e veramente merita un visita anche se come prezzo siamo intorno alle 30 sterline, non economico ma super consigliato. Saliamo di nuovo sul nostro mini magic bus (ah no questi erano gli Who!), stavolta accompagnati da "HELP! I NEED SOMEBODY! HELP!". Giusto 5-10 minuti di strada in zone residenziali ed eccoci finalmente a 20, Forthlin Road, la casa di Paul McCartney. 
Casa di Paul McCartney
Stavolta sono più fortunata, la guida parla lentamente e chiarissimo, riesco a capire tutto! Evvai! Anche per la casa di Paul vale la regola delle foto, quindi me ne faccio scattare una fuori e poi consegno i miei effetti che vengono messi in uno sgabuzzino con quelli degli altri visitatori. Sì, la mia borsa è stata nello sgabuzzino di PAUL MCCARTNEY! Questa casa è più piccola, del resto la sua famiglia era meno agiata di quella di John. Il giardino esterno è molto piccolino, e anche le stanze; la sala è proprio ridotta. Ci sono alcune foto scattate all'interno della casa che ritraggono Paul da ragazzo; sono state appese proprio nei punti corrispondenti alle immagini. Questa idea delle foto è geniale, mi sembra di vederlo e sentire la sua presenza! Non resisto a sostare un attimo al lato del camino esattamente dove era stato pure lui, e respirare la sua aria, piccolo brivido lungo la schiena, è come se fosse qui. Altra chicca, il pavimento della cucina è quello originale ed  stato calpestato da tutti e 4 i Beatles, "quindi se volete chinarvi e baciarlo avete la mia massima comprensione" ha detto la ragazza. Mi trattengo a fatica. Andiamo al piano di sopra a vedere le camere di Paul e del fratello Michael, quella di quest'ultimo è 3 volte più grande, considerate che in quella di Paul si entra massimo 2 alla volta. Aspetto che escano tutti ed entro da sola. C'è giusto un letto incassato in un vano su misura, un comodino e una finestra. Forse il fatto che la camera sia microscopica rende tutto più intenso e concentrato, è veramente emozionante. Io sono in camera di Paul! Quella vera! Cioè fino ai 23 anni lui ha abitato qui! Mi sembra proprio di vederlo sul suo letto a strimpellare la chitarra, o come ho saputo, la tromba. Questa esperienza andava fatta assolutamente, più del Cavern! Qui è nata la storia.
Sotto l'ennesimo sole cocente saliamo di nuovo sulla navetta, ci vengono consegnati due libricini come ricordo per compensare l'impossibilità di fare scatti e per le 13 veniamo riportati al punto di partenza, "Penny Lane there is a barber showing photographs...". Ciao a tutti e vado in centro a cercare il pranzo. Fino alle 17 non ho niente da fare, me ne sto in centro a girare per negozi, con il massimo divieto di fare acquisti purtroppo, vista la scarsa capienza del mio bagaglio. Passo le ore calde tra bar e panchine del centro di Church Street e approfitto della compagnia musicale di una band di ragazzini che avranno si e no 14-15 anni che suonano da ore classici pezzi brit rock e brit pop, e io LE SO TUTTE! Gran colonna sonora per godermi le ultime ore nella città inglese della musica. 

Church St. Liverpool

Sono giunte le 17 ed io ho un appuntamento alle 17.30 al FACT , un centro di arte, dove proiettano il film-cartone Yellow Submarine dei Beatles in occasione del 50esimo anniversario della sua uscita. Arrivo, mostro il biglietto e subito mi omaggiano con un ricordino, adesivi e cartoline del film, inutile specificare che sono già euforica. 


Devo ammettere che io non l'ho mai visto, eh si perdonatemi, ma forse è meglio così, mi posso godere la sorpresa! Mi siedo, mi metto comoda e dopo pochi minuti arriva un ragazzo con una marea di ricci, che tenta di sedersi tribolando tra cartoline, bicchierone di coca e una sbadilata di pop corn. "Serve aiuto?", "Si grazie!", gli reggo le cartoline e finalmente si siede. Impossibile a sto punto non iniziare a parlare. Ecco che conosco Juan Pablo, 18 anni, Argentino, in viaggio da solo per l'europa da tipo 4/5 mesi, chitarrista, cresciuto ad asado e Beatles. Nonostante io parli meglio l'argentino dell'inglese e lui conosca bene l'italiano optiamo entrambi per l'inglese perché i nostri cervelli al momento sono settati su "english language". 40 Minuti di fitte chiacchiere sui Beatles, sulla musica, sui viaggi, e scopro che ha visto questo film ogni giorno da piccolo e lo metteva su per dormire. Gli chiedo com'è, e dopo un paio di secondi di raccoglimento di idee dice " Lsd on screen"... Inizia ad interessarmi parecchio questa proiezione! Inizia il film, no spoiler, dovete guardarlo, dirò solo che io non ho mai provato l'lsd, ma non ho dubbi, deve essere esattamente così come è rappresentato. ASSURDAMENTE ASSURDO E STRAVAGANTE. Mi piace! (Il film!) Mi piace un sacco! C'è una storia di fondo si, ma sviluppata in modo totalmente fuori dai canoni, e accompagnata da alcune canzoni ovviamente dei 4 simpatici musicisti; simpatici perché fa anche ridere! Ringo non si smentisce neanche sotto forma di cartone animato! Per darvi un'idea ecco uno spezzone di pochi secondi: The Headlands - Yellow Submarine. Appena torno a casa giuro che compro il dvd, MI SERVE.

FACT Liverpool 

Finito il film, saliamo i gradini del cinema ci auguriamo buon proseguimento e ci salutiamo. Sono felice, cioè sono felice-triste, triste perché tra un'ora prendo il treno per Manchester e saluto questa città con tutti i ricordi che già mi scorrono come immagini davanti agli occhi, e felice perché in questa giornata ho fatto due cose bellissime, l'ho vissuta intensamente, prendendomi il giusto tempo per assaporare ogni momento, per riflettere, per sentirmi bene, soddisfatta e felice. Io qui mi sento un po' a casa, per davvero. Ecco cosa continuo a pensare in stazione e lungo i binari mentre aspetto il mio treno Liverpool-Manchester. 
Sono abbastanza abbattuta, in meno di 12 ore sarò su quel maledetto volo del rientro, non ci voglio salire. Ecco la mia carrozza, mi trascino sopra e mi siedo, ci siamo solo io ed un ragazzo. Dal microfono del treno dicono qualcosa. Panico! Non ho capito niente! Sgrano gli occhi e guardo il ragazzo "SORRY WHAT?". Dice che non ha detto niente di che ed è tutto normale. Ah per fortuna! Mi vede spaventata e capisce che non sono inglese, e as usual iniziamo a parlare! Liverpool, viaggi, lavoro, vita; è gentilissimo e carinissimo. Qui è così. Incontro gente che parla, ovunque, in ogni occasione, è bellissima questa interazione tra le persone; evidentemente Liverpool è così, ecco perché la amo. Sono stata fortunata ad incontrarlo, è stato come un antidolorifico durante la parte peggiore del viaggio. Non scopro come si chiama e non gli chiedo nessun contatto, peccato, qui i contatti mi faranno comodo per le prossime 50 volte che tornerò. Pazienza. E' ora di chiudere il diario, voglio risparmiarmi il racconto delle ultime ore di sofferenza pre volo di domani. Giusto un'ultima cosa: in questo viaggio ho imparato tante, tantissime cose, sul mondo, sugli inglesi, sulla musica, su di me. Ma la lezione più grande me l'ha data Liverpool. "Walk on, walk on, with hope in your heart, and you'll never walk alone". 





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